Wednesday, November 16, 2016

Vi presento i Kyros.

In ritardo di 2 giorni, causa real life che mi mette i bastoni tra le ruote, arriva il mio post sui Kyros (furono Synaesthesia). Non mi concentrerò molto sulla recensione di Vox Humana, perchè il disco mi è piaciuto, quanto vorrei dare spazio ad una giovane band, che si merita un po' di notorietà al di fuori del ristretto mondo del prog. Anyways, andiamo a cominciare.
Il 23 settembre 2015 decido di andare a vadere gli Spock's Beard in concerto per il tour promozionale di The Oblivion Prticle. Quel disco non mi ha particolarmente entusiasmato, ma il live si tiene in un piccolo club dietro casa e loro sono tra i miei gruppi preferiti, perderseli sarebbe stato un errore imperdonabile.
Come mia buona abitudine ho cercato info sulle band spalla: gli Special Providence e i Synaesthesia, trovandoli entrambi su spotify.
Ascolto con attenzione i lavori delle due band, gli Special Providence hanno all'attivo diversi album e il loro stile è tecnicamente impeccabile, ma dopo qualche canzone mi vengono a noia, mentre i secondi hanno all'attivo un solo disco eponimo, che mi rapisce subito per maturità artistica, tecnica e complessità dei brani.
Arriva quindi il giorno del concerto, non lo nascondo a questo punto della storia ero quasi più interessata al gruppo spalla che non agli headliner, dato che nelle settimane precedenti avevo ascoltato il loro disco innumerevoli volte. Potete quindi capire bene il mio stupore quando sul palco del Legend mi sono trovata davanti questi 5 ragazzini, ragionevolmente emozionati ed impacciati quando a fine concerto sono andata ad importunarli, con il mio inglese stentato, per fare loro i complimenti e chiedere un autografo. La mia parte materna avrebbe voluto anche abbracciarli, ma questo è un altro discorso.
Maturità artistica ne abbiamo?
Nel frattempo però la band rompe con il suo produttore Michael Holmes degli IQ (band britannica neo-prog), per divergenze creative e problemi legali legati al al nome Synaesthesia.
Sotto il nome Kyros i ragazzi iniziano a lavorare ad un nuovo album autoprodotto, che anticipano con un EP - Beta - a tiratura limitata per coprire i costi di produzione.
Abbiamo portato a casa la giornata!
Esce così a novembre di quest'anno il loro atteso (da me) Vox Humana, doppio album poliedrico dalle moltissime influenze. Si va infatti dai Muse ai Dream Theater, passando per un po' di classico prog anni '70, Arena, Kino, Frost* ed Haken fino a sfociare in qualche sonorità dubstep ed elettronica, il rimando a certi sound new romantic anni '80 nel singolo Cludburst è palese.
Il secondo disco invece contiene una suite da 45 minuti, divisa in 9 tracce, per certi versi molto simile a Six Degrees dei Dream Theater e ad alcuni brani di Porcupine Tree.
Nel complesso il disco non è innovativo, ma pur rimanendo ancorato alle fortissime influenze del genere riesce a distinguersi e farsi amare.

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